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Lunedì 30 novembre 2020

I comuni della Toscana e la digitalizzazione del territorio


I sindaci toscani riflettono sulle nuove opportunità date dalle tecnologie

Il webinar “Il 5G in Toscana – Aspetti urbanistico territoriali” patrocinato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) ha posto l’accento sull’effetto volano che la nuova tecnologia potrebbe essere in grado di avviare nei vari ambiti dei territori di competenza. All’iniziativa hanno preso parte: Davide Baroncelli - Responsabile Urbanistica e Governo del territorio ANCI Toscana e Sindaco di Barberino Tavarnelle, Filippo Vignoli - Responsabile Innovazione ANCI Toscana e Sindaco di Bibbiena, Riccardo Trallori – Responsabile Segreteria Assessore regionale all’innovazione Stefano Ciuoffo, Gaetano Licitra – Responsabile Commissione Agenti Fisici di ARPAT, Benedetta Squittieri – Assessore all’innovazione del Comune di Prato, Riccardo Pecoraro - Responsabile Servizio Governo del Territorio Comune di Prato e Leonardo Zinna – Responsabile Servizio Urbanistica Comune di Collesalvetti.

Il ruolo dei Comuni è quello di guidare e gestire il processo di attivazione di questa nuova tecnologia da protagonisti considerato che pare essere un’opportunità per i territori, afferma il Sindaco Baroncelli (Responsabile Urbanistica e Governo del territorio ANCI Toscana). Iniziative di questo genere, di confronto e condivisione di conoscenza sull’argomento, sono importanti per dotare le Amministrazioni di tutti gli strumenti utili per avviare in maniera consapevole la trasformazione tecnologica. La possibilità continua Baroncelli di offrire alle nostre realtà produttive scenari applicativi come l’industria 4.0 permette di adeguarle alle sfide economiche oggi richieste, confrontandosi con orizzonti più ampi. Non trascurabile inoltre il beneficio che è possibile apportare alla collettività, mettendo a disposizione dei vari soggetti che operano in maniera integrata in ambito sanitario sul territorio, la medicina preventiva, personalizzata, post-intervento e domiciliare. Da non sottovalutare inoltre l’aiuto che potranno dare i sensori per il presidio del territorio, asserisce Baroncelli, utili a monitorare incendi, fenomeni idrogeologici, soccorsi, cantieri e quanto tutto questo abbia risvolti significativi sulla mobilità. 

Iniziative come queste, conferma il Sindaco Vignoli (Responsabile Innovazione ANCI Toscana), sono un’occasione importante per condividere informazione, creare conoscenza istituzionale da fornire successivamente alla cittadinanza. Il processo di digitalizzazione attraverso la tecnologia 5G permette al territorio di cogliere le opportunità anche e non solo nell’ambito dell’istruzione, restituendo a queste aree opportunità che i centri urbani usufruiscono da tempo. Considerato che le amministrazioni dovranno guidare il processo e pianificare la migliore dislocazione degli impianti irradianti, diventa fondamentale acquisire conoscenza, esperienza ed informazione. In questo senso conclude Vignoli, ARPAT riveste il ruolo di consulente accreditato di supporto alle Amministrazioni.

Le infrastrutture tecnologiche che riguardano i processi d’innovazione necessitano di percorsi partecipativi nella predisposizione dei piani comunali di localizzazione delle antenne, afferma Trallori (Responsabile Segreteria Assessore regionale all’innovazione), immaginando una Toscana che partecipa da protagonista all’innovazione tecnologica del 5G, una Regione in grado di competere con le altre economie avanzate del mondo. Per far ciò, continua il Responsabile della Segreteria dell’Assessore Ciuoffo, occorre predisporre le condizioni per dare a tutte le aree della Toscana la medesima opportunità abbandonando il modello che prevede spostamenti e/o emigrazioni verso i maggiori centri urbani. Questa visione intende orientare la popolazione a rimanere dislocata sul territorio reso attrattivo grazie alle enormi potenzialità che, in ogni ambito, la digitalizzazione sarà in grado di mettere in moto, spostamento dei lavoratori, didattica, per citarne solo alcuni. Se da un lato continua Trallori, nella nostra Regione sono presenti aree grigie dove è prevista la presenza di una sola rete a banda ultralarga, dall’altro non possiamo permetterci di continuare ad avere sul territorio regionale aree bianche senza nessuna previsione di investimento privato per la banda ultralarga. Questo perché la Toscana non è nelle condizioni di perdere quest’occasione e su questa visione è necessario scommettere.

circuiti-integrati.jpgÈ in questo scenario che si inserisce la recente modifica dell’art. 8 comma 6 della legge quadro 36/2001 che esclude le Amministrazioni comunali “dalla possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazione elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato ai sensi dell’articolo 4”.

In sostanza, spiega Licitra dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, la localizzazione degli impianti rientra nelle competenze di governo del territorio degli Enti locali e deve essere esercitata minimizzando l’esposizione della popolazione e puntando al corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti compatibilmente con la copertura dei servizi di radiocomunicazione.

Tutto quanto appena detto, continua Licitra, deve essere attuato senza porre limitazioni alla funzionalità degli impianti, ovvero deve essere compatibile con la piena realizzazione delle reti di telecomunicazione e la copertura dei relativi servizi su tutto il territorio. La recente modifica legislativa non fa che confermare quanto numerose sentenza del Consiglio di Stato avevano già affermato.

Licitra ha presentato la norma regionale che fornisce ai Comuni gli strumenti per pianificare la distribuzione degli impianti sul territorio e ne fissa anche le modalità per escludere alcune localizzazioni.

ARPAT esprimendo oltre 1500 pareri l’anno valuta preventivamente i progetti di impianti, garantendo anche con i suoi controlli il rispetto dei limiti fissati dalla norma. Ben il 25% dei pareri sui nuovi impianti 5G ricevono parere negativo da ARPAT che fornisce anche prescrizioni per minimizzare l’esposizione della popolazione, anche perché i gestori non hanno piena conoscenza dei livelli di campo elettromagnetico già presenti.

ARPAT ha inoltre proposto alla Regione la realizzazione di un catasto operativo con la collaborazione dei gestori, che consenta loro e ai cittadini di verificare i livelli di campo elettromagnetico già presenti, semplificando così le procedure, evitando di presentare progetti destinati alla bocciatura e garantendo l’informazione ambientale a tutti i soggetti, Aziende ASL per prime.

Per l’avvio della sperimentazione tecnologica della città di Prato, il bando costringeva i gestori a dialogare con aziende del territorio per individuare i servizi che rivestivano importanza strategica per il sistema economico dell’area e che avrebbero prodotto i migliori risultati dall’uso della nuova tecnologia. In questo senso l’Assessore Squittieri (Assessore all’innovazione del Comune di Prato) afferma che occorre lavorare sul fronte delle opportunità, che non esiste 5G senza banda larga, che questa, insieme alla ultra-larga, sono da implementare sul territorio per attrarre il processo di digitalizzazione.

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Testo di Sergio Lavacchini


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