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Martedì 24 novembre 2020

Corte dei Conti Europea: i rifiuti plastici in EU


L'Unione Europea ha intrapreso un percorso coraggioso nella gestione dei rifiuti in plastica e punta ad alte percentuali di riciclaggio ma la Corte dei Conti Europea mette in guardia sul rischio che alcuni paesi membri non saranno in grado di raggiungere questi obiettivi nei termini fissati

Corte dei Conti Europea: i rifiuti plastici in EU

Foto di Matthew Gollop da pixabay.com

L'impegno dell'Unione Europea nell'affrontare il tema della gestione dei rifiuti plastici è forte, infatti, gli obiettivi che l'Europa si prefigge di raggiungere sono ambiziosi, solo per i rifiuti plastici da imballaggio si punta al 50% di riciclaggio al 2025 che diventerà il 55% nel 2030.

UE_Produzione plastica per settoriLa Corte dei Conti Europea sottolinea, però, che la politica messa in campo è ancora troppo recente per  valutarne l'efficacia, al momento, è possibile solo ipotizzare che ci saranno dei vantaggi, derivanti dal fatto che l'Unione Europea è tra le prime ad intraprendere un percorso così ambizioso, con una strategia per la plastica, inserita in un più ampio progetto, quello del Green Deal europeo e del nuovo piano d'azione per l'economia circolare. Dall'altra, non mancheranno i rischi, infatti, la Corte dei Conti europea mette in guardia sulla possibilità che non tutti i Paesi membri siano in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati.

In questo report, si esaminano le azioni adottate a livello comunitario per ridurre le plastiche, in particolare quelle da imballaggi e monouso, che rappresentano una delle problematiche maggiori, ma non si tralascia di porre l'attenzione su altri importanti temi collegati, come:

  • la progettazione ecosostenibile degli imballaggi, cruciale per la riciclabilità
  • i regimi di responsabilità estesa del produttore
  • la corretta e uniforme comunicazione dei dati sul riciclaggio da parte dei paesi membri,  per misurare i progressi verso gli obiettivi di riciclaggio dei rifiuti
  • le spedizioni di rifiuti di imballaggio di plastica verso paesi terzi, extra UE e il traffico di illecito di rifiuti

smaltimento rifiuti plasticiAffrontare il problema della gestione dei rifiuti plastici significa anche occuparsi dell'abbandono e della dispersione di plastica nell'ambiente e del conseguente danneggiamento di ecosistemi terreni e marini.

Come sappiamo le plastiche sono una famiglia molteplice e variegata come i loro utilizzi, in alcuni casi il prodotto in plastica, in genere un imballaggio, si trasforma in rifiuto in pochi minuti, in altri, lo diventerà dopo diversi anni, come nel caso delle plastiche utilizzate in edilizia. Per questo l'Unione Europea ipotizza varie soluzioni per  diversi settori: agricoltura, automobilistico, RAEE ed imballaggi.

Il settore degli imballaggi in plastica è quello più articolato dal punto di vista normativo. In Europa si producono ogni anno, in media, 32 kg di rifiuti da imballaggio di plastica, si tratta di un quantitativo piuttosto elevato, per fortuna, il tasso di riciclaggio di questa tipologia di rifiuti è piuttosto alto, anche se i quantitativi variano nei diversi paesi UE.

Questo è uno dei settori in cui il quadro normativo si mostra articolato; la Direttiva sugli imballaggi e rifiuti da imballaggio e la Direttiva sulle plastiche monouso, prevedono:

  • precisi valori obiettivo per la preparazione al riutilizzo e riciclaggio
  • misure restrittive per il collocamento in discarica
  • misure specifiche per la  spedizione dei rifiuti
  • l'introduzione all'interno delle singole legislazioni nazionali della responsabilità estesa del produttore
  • comunicazione puntuale dei dati da parte dei singoli paesi membri.

Tassi di riciclaggio rifiuti plasticiPer quanto riguarda, invece, altri settori dove la plastica è utilizzata in maniera massiccia, non sempre sono fissati valori obiettivi specifici, ovvero riferiti alla plastica contenuta in particolari rifiuti e la normativa europea, in questi casi, risulta meno stringente se paragonata a quella dei rifiuti da imballaggi plastici.

Vediamo alcuni esempi.

  • Nel settore dell'agri-plastica, l'uso della plastica  è in aumento e l'Unione Europea non ha fissato obiettivi per la gestione dell'agro-plastica. Secondo stime, non aggiornate, il 28% dei rifiuti plastici per usi agricoli raccolti veniva riciclato, il 30% era avviato al recupero di energia e il 42% era collocato in discarica, ma sembra che una buona parte della plastica utilizzata in agricoltura venga tuttora abbandonta nei campi o bruciata illegalmente.
  • Nel comparto della produzione di veicoli, la plastica rappresenta circa l'11% dei materiali utlizzati, e si ritiene che questo settore generi un milione di tonnellate di rifiuti in plastica ogni anno. La Direttiva sui veicoli fuori uso fissa valori-obiettivo per il recupero, riutilizzo e riciclaggio dei veicoli sulla base del peso. Il tasso di recupero dovrebbe raggiungere il 95% in media per veicolo l'anno, e il tasso di riutilizzo e riciclaggio dovrebbe essere pari almeno all'85%. L'UE ha da poco raggiunto la percentuale dell'85% ma non ha ancora raggiunto il valore obiettivo di recupero del 95%.
  • Nel settore dell'elettronica, l'UE genera ogni anno 9,4 milioni di tonnellate di rifiuti di RAEE (rifiuti da apparecchiature elettriche e elettroniche), il 20% di questa quantità sarebbe costituita da plastica. Per quanto riguarda gli obiettivi di recupero e riciclaggio, questi sono prefissati per i RAEE e variano da prodotto a prodotto, tra il 70% e l'80% per il recupero e tra il 50% e il 75% per la preparazione al riciclaggio e/o riutilizzo, a partire dal 2016 e dal 2019 sono stati previsti obiettivi più elevati. Non sono previsti, invece, obiettivi specifici per i quantitativi di plastica contenuti in questa specifica categoria di rifiuti.

Con riferimento infine al settore dell'edilizia, non esistono valori-obiettivo per il recupero della plastica da rifiuti da demolizione e costruzione, ma solo la previsione di recupare il 70% dei rifiuti da costruzione.

Ue produzione e riciclaggio dati a confrontoLa Corte dei Conti Europea punta la sua attenzione su alcuni elementi di criticità:

  • il principio posto alla base della definizione del contributo, chiesto al produttore degli imballaggi in plastica, calcolato sul peso degli imballaggi, che fa sì che i produttori cerchino di ridurre il peso a scapito della riciclabilità del materiale
  • le spedizioni sempre più cospicue di rifiuti da imballaggi in plastica verso paesi terzi, extra UE, in particolare Turchia e paesi asiatici, come Malesia e Tailandia, dove questi rifiuti sono difficilmente inseriti in processi di riciclaggio
  • la scarsa diffusione, all'interno dei paesi membri UE, della pratica della cauzione- rimborso sul vuoto, meglio conosciuto come "vuoto a rendere", da applicarsi alle bottiglie in plastica, un sistema che, dove applicato, ha dato buoni risultati di intercettare la raccolta di questa tipologia di rifiuti da avviare al riciclaggio.

La Corte conclude che l'Unione Europea, e i suoi paesi membri, dovranno impegnarsi molto per raggiungere, nei prossimi anni, gli obiettivi di riduzione dell'uso della plastica, anche a causa dell'attuale Pandemia di Covid-19, che prevede un ampio utilizzo di plastica monouso, quindi usa e getta, costituita anche da mascherine e guanti di protezione individuale.

Al tempo stesso, la Corte si mostra dubbiosa, ma ancora siamo solo all'inizio dell'applicazione della strategia, sulla possibilità di raggiungere l'obiettivo del 50% previsto per il riciclaggio degli imballaggi in plastica e, dal suo punto di vista, è anche a rischio il raggiungimento, nel 2030, dell'obiettivo che prevede il recupero del 55%.

Per approfondire, leggi il documento della Corte dei Conti Europea: "L'analisi dell'UE per affrontare il problema dei rifiuti plastici"


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Maggiori informazioni all'indirizzo www.arpat.toscana.it/qualita




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