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ARPAT News - newsletter sulle tematiche ambientali
Venerdì 03 luglio 2020

Pistoia: le segnalazioni dei cittadini nel 2019


Esiti dei controlli del Dipartimento di Pistoia alla discarica del Cassero

Nella notizia “ARPAT: segnalazioni dei cittadini nel 2019” abbiamo presentato una “panoramica” di tutte le segnalazioni giunte, lo scorso anno, ai diversi Dipartimenti ARPAT. L'inquinamento atmosferico, con o senza presenza di odore, risulta il motivo prevalente delle segnalazioni dei cittadini in tutta la Toscana, ed il territorio di Pistoia non fa eccezione, infatti, delle 76 segnalazioni pervenute, 30 riguardano problemi di emissioni in atmosfera e odori.

Nel territorio pistoiese, una problema importante, segnalato anche dai cittadini, risulta essere la presenza di odori, imputabile alla discarica del Cassero, dove il personale del Dipartimento ARPAT di Pistoia ha svolto una serie di controlli finalizzati alla

  • verifica delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione AIA
  • valutazione delle segnalazioni di cattivi odori della zona di Casalguidi.

Nel corso dei controlli svolti dal dicembre 2019 al giugno 2020, sono stati campionati lo scarico del depuratore a servizio della discarica, il percolato, i piezometri di monitoraggio, le acque di sottotelo e quelle superficiali. Da questi campionamenti non sono emerse criticità.

zona piazzale scaricoDurante l'attività di controllo, è stata acquisita anche documentazione relativa ai rifiuti conferiti presso l’impianto in questione e la documentazione relativa ai materiali/rifiuti utilizzati per la copertura giornaliera e settimanale dei lotti della discarica in coltivazione.

Per quanto riguarda specificatamente le emissioni odorigene, viste le numerose segnalazioni di maleodorenza nella zona di Casalguidi, il personale del Dipartimento ha raccolto in un data-base tutte le segnalazioni pervenute ad ARPAT e alla Polizia Municipale del Comune di Serravalle Pistoiese.

Al tempo stesso sono stati acquisiti i dati meteo della centralina presente presso la Discarica del Cassero, considerando che la stazione meteo della discarica ha una frequenza di registrazione di 1 h, il personale tecnico ha deciso di arrotondare l’ora della segnalazione all’intera più vicina.

Poiché molte segnalazioni riferivano maleodoranze significative per giornate intere, complessivamente, sono state catalogate circa 1000 ore/eventi di tipo significativo, con 49 punti di segnalazione, e sono stati messi in correlazione i dati delle segnalazioni con la direzione e la velocità del vento, per il periodo che va dal luglio 2019 al marzo 2020. Nella figura sotto riportata sono indicati i punti segnalati relativi alle maleodoranze attorno alla zona della discarica.

segnalazioni Cassero

Sia nel sopralluogo di ARPAT in data 29 agosto 2019 che nel corso dell’attività di controllo programmata per la verifica AIA, le maleodoranze non sono state avvertite, così come non erano state rilevate dai primi accertamenti della Polizia Municipale, dei VVFF (Vigili del Fuoco) e della stessa Regione Toscana nei sopralluoghi del 23 novembre, 6 dicembre e 30 dicembre 2019.

Nonostante la diminuzione di personale tecnico dal settembre 2019 e il periodo di emergenza COVID-19 dalla fine di febbraio 2020, sono stati programmati numerosi accertamenti in zona in orario straordinario, nel primo mattino e in tarda sera, nei giorni 14-21 febbraio, 6-10 marzo, 29 maggio 2020, sia all’esterno della discarica (zona compresa tra Via Casabianca, Via Gabbellini, Via Forra di Castelnuovo, Via S. Giusto e Via del Redolone) che all’interno della stessa. Tali controlli hanno permesso di rilevare, durante alcuni sopralluoghi interni ed esterni alla discarica, l’origine delle maleodoranze, pur limitate nel tempo, ma comunque derivanti dall’impianto di gestione rifiuti.

Da un incrocio sommario effettuato tra segnalazioni e dati disponibili, è risultato che gli esposti, soprattutto dei cittadini residenti in posizione est e sud-est rispetto alla discarica, ed in orario di prima mattina e di tarda serata erano correlate alla direzione dei venti presenti e provenienti dalla discarica. Per altre segnalazioni, la correlazione con la direzione dei venti appare più complicata, per altre ancora, invece, la relazione con la discarica appare dubbia.

La diffusione di maleodoranze dipende dalle condizioni meteo, di pressione, temperatura e umidità attorno alla zona della discarica; le condizioni peggiori si hanno al tramonto, in quanto le altezze di miscelamento diminuiscono repentinamente e possono arrivare anche al di sotto dei 100 metri, favorendo l’abbassamento del “plume” proveniente dalla discarica e l’aumento della probabilità di percezione dei cattivi odori provenienti dalla discarica, anche in considerazione del fatto che le sostanze maleodoranti sono avvertibili a concentrazioni molto basse.

Per la valutazione dell’impatto odorigeno, un valido riferimento sono le “Linee Guida per la valutazione delle emissioni odorigene” approvato con Delibera del Consiglio Nazionale per la Protezione dell’Ambiente SNPA nella seduta del 03/10/2018 che ha riconosciuto che occorre personale altamente specializzato e dotazioni strumentali specifiche per intervenire in maniera efficace sullo studio delle problematiche di questo tipo.

Gli accertamenti analitici hanno evidenziato la conformità ai limiti per quanto riguarda i piezometri inseriti nell’autorizzazione AIA e lo scarico del refluo depurato, mentre, i risultati analitici sulle acque sotto-telo hanno confermato la tenuta della discarica e l’assenza di solventi clorurati, in particolare il cloruro di vinile.

zona coltivazioneGli accertamenti in campo e l’esame di tutta la documentazione acquisita e di quella trasmessa dal gestore anche a seguito dei controlli straordinari di ARPAT hanno evidenziato inottemperanze alle prescrizioni AIA, in particolare sulla gestione delle coperture a fine giornata e a fine settimana delle zone in coltivazione della discarica.  Si può ritenere che tale condotta possa essere collegata alla diffusione delle maleodoranze, insieme anche ad altri fattori come la presenza di rifiuti con contenuto organico e la collocazione della zona di coltivazione, posizionata in zona sud e sud-ovest dell’impianto.

Le segnalazioni dei cittadini ad ARPAT nel 2019 nei vari territori della Toscana


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